mercoledì 5 ottobre 2016

Perché NO

Poche parole per dire quelle che sono le due principali motivazioni alla base del mio NO alla fusione:

1) Gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con la fusione sono già ottenibili allo stato attuale: la condivisione dei servizi, delle funzioni e del personale, con la seguente suddivisione di oneri organizzativi e costi economici, si può realizzare mediante un semplice strumento quale è la convenzione o, in alternativa, con le più strutturate Unioni di Comuni.
La differenza tra queste due modalità e la fusione è che le prime consentono alle singole comunità di mantenere la propria autonomia decisionale e amministrativa, mentre con la seconda ne vengono spogliate.

2) Il dimezzamento del numero amministratori, unito al raddoppio delle dimensioni territoriali, rappresenterebbe un aspetto molto negativo per i due paesi che andrebbero a fondersi.
La questione riguarda sia l'aspetto prettamente gestionale, nel senso che risulta maggiormente difficile gestire e controllare qualcosa dalle dimensioni notevoli quando si è numericamente in pochi, sia l'aspetto umano, inteso questo come il necessario contatto che deve esserci tra la cittadinanza e le istituzioni fisiche (in primis il Sindaco).

La politica ha il compito di promuovere la trasformazione della società, optando per quelle scelte che possano portare ad un vero e concretamente tangibile incremento del benessere sociale.
Benessere sociale che, giova ricordarlo con le parole dei Costituenti,".. è qualcosa di più di quello economico, e contiene anche elementi non economici, ed aumentando il benessere economico non è detto che debba necessariamente aumentare anche il benessere sociale." (On. De Vita, 3 ottobre 1946, Prima Sottocommissione).
Da qui la convinzione che un cambiamento spinto soltanto dal desiderio di una maggiore e temporalmente limitata disponibilità finanziaria non sia la strada giusta da intraprendere tanto per Ponte Dell'Olio quanto per Vigolzone.
E se poi le contropartite richieste per un qualsivoglia incentivo economico sono l'alienazione del cittadino dalle istituzioni e la perdita delle rispettive identità e rappresentanze territoriali, allora reputo che sia molto meglio respingere tutto ciò e intraprendere una direzione differente, più intrinsecamente umana, fondata sulla solidale collaborazione tra soggetti distinti e diversi, accomunati sì dai medesimi intenti generali verso la collettività, ma dotati di differenti volontà, sensibilità ed esigenze.

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