sabato 2 dicembre 2017

Dal corrente al capitale

Un'accurata revisione della spesa pubblica locale è quantomai fondamentale per ridurre il peso della macchina comunale sul contribuente pontolliese.
Riqualificare la spesa, altresì, può diventare assai utile nel momento in cui un territorio abbia la impellente necessità di una determinata serie di investimenti.
L'obiettivo intermedio al tax cut (che è il vero e unico traguardo finale!), dunque, è un graduale trasferimento di risorse dalla parte corrente del bilancio a quella capitale.
Le regole di finanza pubblica, però, non consentono ad un'entrata corrente (come IMU o addizionale Irpef) di finanziare una spesa in conto capitale (opera o intervento a carattere straordinario).
L'opportunità di avere una certa quota di risorse sul corrente da destinare al rimborso di mutui o a contratti di partenariato pubblico privato è già stata ribadita molteplici volte in questo spazio, ragion per cui non riprendo l'argomento.
Tali strumenti, come constatato, agiscono sul lato delle uscite, cambiando de facto la destinazione d'uso delle risorse provenienti dalla fiscalità generale.
La natura finanziaria di queste entrate, ad ogni modo, resta invariata.

Esiste però uno strumento, introdotto con Legge Finanziaria 2007 (art. 1, comma 145) e modificato prima con Decreto Legislativo 23/2011 (art. 6, comma 1) e poi dalla Legge 42/2009 (art. 12), che muta questa condizione, intervenendo direttamente sul lato delle entrate: l'Imposta di scopo (ISCOP).
Uno studio (pagg. da 16 a 18) della Fondazione IFEL tratta in maniera approfondita l'oggetto in esame, chiarendone gli aspetti maggiormente tecnici.
Riassunti in breve, essi sarebbero i seguenti:
- introducibile per finanziare varie tipologie di opere pubbliche
- copertura del 100% dell'importo
- durata limite del tributo pari a 10 anni
- ambito oggettivo di applicazione corrispondente a quello IMU
- aliquota massima applicabile pari allo 0,5x1000
- obbligo di rimborso in caso di mancato inizio dei lavori entro il biennio successivo all'introduzione
Cosa unisce in modo apparentemente inspiegabile un tributo di questo genere e la riqualificazione della spesa corrente?
Un semplice fatto: portare il bilancio comunale in condizioni di avere un risparmio corrente sufficiente a garantire una compressione anche di ridotta entità (40-50.000 euro) del prelievo fiscale, ovvero senza previsione di maggiori oneri per i cittadini, aprirebbe alla possibilità di sostituzione di una equivalente quota di entrate correnti, che ex lege sono impiegabili negli ambiti riferiti all'ordinaria amministrazione (personale, spese a natura ricorrente, servizi, ecc.), con un'imposta destinata a finanziare gli investimenti in c/capitale.
Terminato il periodo di applicazione dell'ISCOP, per avvenuta scadenza del decennio o intervenuto completamento dell'opera finanziata, un'amministrazione potrebbe poi decidere se realizzare un'ulteriore opera e confermare detta imposta, oppure scegliere di eliminarla e alleggerire così il carico tributario.

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