venerdì 10 ottobre 2014

Scuola media e futuro del paese: considerazioni

Uscita la perizia e conosciuta l'entità dei costi necessari ad eseguire le dovute riparazioni, pari a 909.000 lordi totali, ora occorre adoperarsi per trovare la migliore soluzione da adottare nei confronti del plesso scolastico.
Mi piace approcciarmi a questo genere di cose adottando uno sguardo lungimirante, analizzandole con una visione sul medio-lungo periodo (10-15 anni).
Leggendo il bilancio demografico di Ponte Dell'Olio, notiamo come negli ultimi anni ci sia stato un calo consistente della popolazione, passando dai 5068 abitanti dell'anno 2009 ai 4853 di oggi (aspettando la rilevazione definitiva per il 2014).
Una perdita complessiva, in 5 anni, di circa 200 unità.
Considerato quanto riportato dalla Relazione Previsionale e Programmatica sulla divisione in fasce d'età, la quale stima i soggetti fra gli 0 e i 14 anni, quindi la quasi totalità di coloro frequentanti asilo, scuole elementari e scuole medie, attorno al 12,5% (media dell'ultimo quinquennio), possiamo provare a calcolare quanto calerà ulteriormente la popolazione scolastica nel prossimo lustro.
200 : 100 x 12,5 = 25 unità (di fatto un'intera classe).
Ovviamente, si tratta di calcoli probabilistici ed estrapolati dai numeri.
Non possiamo sapere se passati i mille giorni di Renzi il paese conoscerà o meno un'età dell'oro, comunque sia, visto l'attuale valore, pari a 1.300.000 euro, di mutui ancora in essere, il cui ammontare, senza nuove accensioni creditizie, si ridurrà a circa 1.000.000 a fine esercizio 2016, occorre porsi un fondamentale interrogativo:
Avrebbe senso impegnare le finanze comunali con un prestito da 900.000 euro, di durata presumibilmente almeno ventennale e riportando quindi la cifra sopracitata a più o meno 2.200.000 euro, per riqualificare un edificio che, nel giro di pochi anni, potrebbe risultare superfluo o, comunque, non utilizzato per il compito originariamente affidatogli?
Con il suddetto quesito, concludo le mie considerazioni.



6 commenti:

  1. Caro Alessandro, per stabilire la bontà (relativa) di una soluzione occorrerebbe almeno confrontarla con le altre possibili scelte; scelte che per ovvie ragioni richiedono un diverso impegno di spesa e una differente capacità di utilizzo, sia dal punto di vista logistico che funzionale.

    Il tutto senza mai perdere di vista l’aspetto didattico che in ultima analisi è determinate nella riuscita di un buon processo educativo.

    La valutazione in ogni caso non può prescindere dal prendere in considerazione elementi fondamentali come l’importo da finanziare, la REALE durata dell’edificio in condizioni di efficienza e sicurezza, e la capacità di indebitamento che può essere concretamente sostenuta, nel medio/lungo termine, dalla comunità pontolliese. ( comunità peraltro in costante calo di residenti).

    P.S. - Per valutare a fondo il problema occorre inoltre stabilire con un certo margine di sicurezza, (non a sensazione) anche la durata effettiva (pochi anni ? o altri sessanta anni?) che può essere garantita dal prospettato intervento di riqualificazione dell’edificio.
    Giovanni Alberoni

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  2. Ciao Giovanni, hai detto tutte cose giuste.
    La mia riflessione è posta proprio sulla questione dell'indebitamento comparata alla necessità, a mio parere non così stringente, di restituire al paese un edificio scolastico nel pieno delle sue funzioni, a causa del preoccupante calo di popolazione al quale Ponte Dell'Olio è soggetto negli ultimi anni.
    Quello che mi premeva fare emergere è il fatto che, essendo alto l'ammontare di mutui ancora in essere, occorre secondo me fare anche una valutazione come quella scritta nel mio post prima di perseguire qualunque scelta.
    Attualmente il fondo destinato all'estinzione dei suddetti mutui vede impegni per circa 130.000 euro ogni esercizio (quota capitale+quota interessi).
    Una nuova accensione andrebbe ad accrescere notevolmente questa cifra e, opinione mia, credo che il paese abbia più urgenza di estinguere tutti i propri debiti il prima possibile, liberando così risorse da investire.
    Ci vorrà ancora più o meno una decina d'anni per fare ciò e, personalmente, dico che il più bell'investimento che qualsiasi amministrazione possa fare sia togliere a chi verrà dopo (non solo la futura maggioranza, ma ogni cittadino) questo fardello dell'indebitamento.

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    1. Provo ad inserire anche le mie, fra le vostre riflessioni, sul da farsi del plesso scolastico A. Vaccari. Mi pare che Giovanni auspichi l'emersione delle varie idee in proposito, non ultima aggiungo io, quella dell'attuale Amministrazione che ha ben operato nel convocare un assemblea pubblica per informare i cittadini e, speriamo, per illustrare i propositi in merito.
      Veniamo al nocciolo del problema evidenziato da Alessandro: l'indebitamento dell'Ente.
      Io vado un pò a spanne sull'argomento, ma confesso che ero / sono convinto che l'indebitamento a fine 2014, ormai prossimo, a bocce ferme (senza nuovi mutui), fosse qualcosa meno di 1,3mln. Ricordo inoltre che i mutui attinenti la costruzione / la manutenzione della rete idrico-fognaria, ci vengono rimborsati da Iren, per il tramite del CAV, quindi pur essendo iscritti nel bilancio del Comune di Ponte dell'Olio, diciamo così non "pesano" effettivamente in modo diretto sui cittadini di Ponte. Superfluo precisare che le varie amministrazioni, nelle varie estinzioni anticipate, si sono ben guardate dal rimborsare "quei mutui" proprio per i motivi di cui sopra. Ricordo altresì che i mutui contratti in un determinato esercizio, vanno in ammortamento da quello successivo. Nel nostro caso, ipotizzando di correre, progetto, gara, aggiudicazione lavori nel 2015/2016, inizio ammortamento probabile dal 2017. Va detto inoltre, che in questo momento siamo in una situazione di tassi d'interesse particolarmente vantaggiosa, la quale potrebbe non durare per sempre.
      Alessandro fornisce anche dati statistico-demografici reali, che ci vedono in perdita di unità in modo costante. Mi e vi pongo una domanda, rimaniamo neutri? Consideriamo la cosa una positività?
      Diversamente la nostra comunità deve chiedersi quali sono i fattori che determinano questi numeri. Qualora fra essi vi siano i "servizi", verrebbe da pensare che una sistemazione adeguata alla popolazione scolastica debba essere ricercata, pena l'accelerazione della curva ribassista dei residenti.
      Credo si stia aprendo un momento di confronto molto importante, la scuola e non solo. Mi auguro sia il sintomo che la nostra comunità è viva ed ha voglia di dire la propria. Saluti a tutti
      Marco Boselli

      P.S.: complimenti ad Alessandro, mi pare si stia dando da fare, con questo blog e non solo, per adempiere al suo ruolo di Consigliere.

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    2. Ciao Marco, ho trovato molto interessante il tuo ragionamento e ho pure appreso nuove nozioni sul bilancio (d'altronde sei tu l'esperto in questa materia, non io).
      Concordo sul fatto che bisogni ricercare i motivi per la decrescita demografica, magari proprio nella rete dei servizi offerti e, quindi, anche nella situazione relativa al polo scolastico.
      Sicuramente bisogna adoperarsi per arginare questo calo di popolazione, sia per una questione economica (il cuneo fiscale si ridistribuirebbe entro un bacino di soggetti sempre minore, aumentando quindi l'entità pro-capite), ma soprattutto perché, a parer mio, senza un continuo ricambio generazionale una comunità non ha futuro (per noi, sarebbe un problema nel medio-lungo termine, non certamente fra un paio d'anni, ma, comunque, non per questo da sottovalutare).
      Grazie per i complimenti, Marco; mi fa molto piacere!
      Saluti, a presto!

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  3. Io sono da sempre favorevole al recupero della scuola media, sia per evitare speculazioni edilizie, sia per non concentrare il traffico delle auto dei solerti genitori che portano e vanno prendere i ragazzi a scuola. Mi soffermo sulla tua osservazione sul continuo diminuire della popolazione (valutazione contraria a quella di chi effettuò a pagamento il ns PSC), facendoti notare che nel rustrutturare la scuola media si potrebbero prevedere spazi quali una sala per assemblee o un piccolo teatro/cinema, una biblioteca, ecc. Sempre che si verifichi l'ipotesi del calo della popolazione scolastica. Insomma io sono del parere che sia meglio conservare e tenere nel patrimonio pubblico un bene che potrebbe essere usato per la comunità anche in altro modo.
    P.s. E siamo sicuri che fra qualche nno non si presenti la stessa problematica anche per la scuola elementare?
    Tiziana Gaeta

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  4. Ciao Tiziana,
    il tuo è un ragionamento interessante e, ti dirò di più, si tratta di una possibile evoluzione a cui anch'io ho pensato tempo fa.
    Certamente, avere un edificio di proprietà comunale tipo quello esaminato, magari integro e funzionale, credo sia nella quasi totalità dei casi un vantaggio.
    La soluzione di destinarlo ad attività culturali, associazionistiche o comunque riguardanti la cittadinanza sarebbe senza dubbio ottima e, in particolare, nel caso esso non servisse più per studenti e docenti, diverrebbe anche un buon metodo per evitare il suo degrado/deperimento.

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