lunedì 26 ottobre 2015

Rinegoziamo i mutui (?)

Avanzo una proposta, ricollegandomi allo scritto sul debito comunale: rinegoziamo i mutui e riduciamo la spesa corrente per interessi passivi?

Il 15 aprile 2015, Cassa Depositi e Prestiti, istituto col quale abbiamo in essere la quasi totalità del nostro stock di debito, dirama un comunicato in cui si rende pubblico l'avvio di un programma di rinegoziazione dei mutui contratti dagli enti locali, al fine di liberare fino a 3 miliardi di euro nel triennio 2015-2018.

La relazione dell'organo di revisione contabile riferita all'anno 2014 riporta la media dei tassi d'interesse sui nostri mutui: 4,37%.
Tale media è calmierata dalla presenza di tre mutui con rendimento rispettivamente del 2,4%, del 2,5% e dell'1,5%.
Difatti, esclusi i mutui che si estingueranno nel 2015, ve ne sono una decina con tassi d'interesse oscillanti dal 6% al 7%, i quali aventi ammortamento iniziato nel periodo 2003/2004 (ed estinzione programmata nel triennio 2029-2030-2031).

Il tasso ufficiale di riferimento di quel biennio, come possiamo notare da questa tabella, è stato costantemente pari o superiore al 2%.
Come tutti ben sappiamo, questa percentuale rappresenta il "costo del denaro" per il settore privato, ovvero il prezzo che le banche (per l'appunto) private pagano alla Banca Centrale quando realizzano delle operazioni finanziarie (prestiti, concessioni di liquidità proveniente dallo stesso istituto centrale, ecc.).

L'attuale tasso ufficiale di riferimento è pari allo 0,05%.
Esso è esponenzialmente inferiore al 2% degli anni 2003 e 2004.
Inoltre, l'alleggerimento quantitativo (Quantitave Easing) attuato dalla Banca Centrale Europea ha provveduto a iniettare nuova liquidità nelle casse degli istituti bancari.

Possiamo dunque dedurre che il 2015 (ma pure il 2016) risulta essere l'anno potenzialmente ideale per una rinegoziazione dei mutui, considerato il concorso di bassi tassi d'interesse e ingente liquidità disponibile presso gli enti creditori.

L'ottenimento di un risparmio sul capitolo degli interessi passivi potrebbe anche risultare utile in un'ottica di velocizzazione del processo di azzeramento del debito comunale, in quanto sarebbe potenzialmente una componente ulteriore dell'avanzo di amministrazione, ovvero di quelle risorse destinabili, oltre che agli investimenti o al fondo pluriennale vincolato, proprio all'estinzione anticipata dei mutui.

La quota annuale di interessi passivi sui mutui ammonta a circa 55.000 euro.
Riuscire a risparmiare anche solo 20.000 euro o 25.000 euro all'anno per destinarli alla restituzione della quota capitale potrebbe portare alla risoluzione dei debiti con un anticipo sulla tabella di marcia di almeno 4-5 anni (2025-2026, anziché 2030-2031).
L'equivalente di un mandato amministrativo, insomma.

2 commenti:

  1. Quello che tentavi di spiegarmi durante il viaggio di ritorno domenica scorsa, bravo

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    1. Grazie Mauri! Impegni vari permettendo, in futuro (credo fra non molto) mi informerò approfonditamente sulle specificità dei singoli mutui.

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