mercoledì 16 dicembre 2015

Fusione: la questione politica

Concludiamo il nostro percorso informativo sulla fusione analizzando la questione politica.

Il nuovo Consiglio Comunale sarebbe composto da 12 Consiglieri, di cui 8 appartenenti alla futura maggioranza e 4 facenti parte della futura minoranza.

La transazione amministrativa sarebbe così:
I due Consigli Comunali interessati alla fusione deliberano la richiesta alla Regione di iniziare l'iter legislativo.
Ricevuta la richiesta, la Giunta Regionale autorizza la presentazione all'Assemblea Legislativa del disegno di legge per la fusione; dopodiché, il Presidente della Regione indice il referendum consultivo nei due territori.
Svoltisi i referendum, la Regione, anche ignorando l'esito referendario, approva o boccia il disegno di legge relativo alla fusione.
Ipotizzandone l'approvazione, i Consigli Comunali dei due ormai ex-Comuni decadrebbero e il Ministero dell'Interno nominerebbe un Commissario.
Il Commissario incaricato formerebbe una commissione a tre insieme ai Sindaci dei Comuni oggetto di fusione e, insieme, traghetterebbero il neonato ente verso le elezioni.

Ponte Dell'Olio e Vigolzone diventerebbero "Municipalità del Comune di X".
Nelle due comunità di origine verrebbero istituiti dei Municipi e sarebbero eletti i rispettivi Consigli di Municipio.
L'elezione dei Consiglieri di Municipio avviene allo stesso modo del Consiglio Comunale, tramite la presentazione di liste.
Il Presidente del Municipio è designato dal Consiglio di Municipio tra uno sei suoi componenti.
I Municipi svolgerebbero una funzione di raccordo fra i territori in cui sono ubicati e la futura amministrazione comunale.
Tutte le cariche elettive del Municipio sarebbero svolte senza la percezione di compensi o retribuzioni.

Il Sindaco e il Consiglio Comunale sarebbero eletti nella medesima modalità con cui si sono eletti prima i Sindaci di Ponte Dell'Olio e Vigolzone: unico turno di votazioni e 2/3 dei seggi attribuiti alla lista che ottiene la maggioranza relativa dei voti.

Viste le simili dimensione demografiche di Ponte Dell'Olio e Vigolzone, si presume che la composizione del Consiglio Comunale porti in dote proporzioni vicine al 50%-50%.
In linea di massima, dovrebbe essere così, ma di sicurezze in merito non possiamo averne.
La questione principale è che, per la prima volta dopo quasi un secolo, gli amministratori comunali non saranno più solo espressione della comunità pontolliese.
In quest'ottica, denotiamo un allontanamento della politica dal territorio, seppur di dimensioni non eccessive (come sarebbe stato nel caso di fusione a tre, con Podenzano).

In conclusione, un auspicio.
La mia speranza per un'eventuale fusione è che alle elezioni concorrano esclusivamente liste civiche, costituite da persone libere e indipendenti nella maniera più assoluta dai partiti (in particolare il PD, che sappiamo avere una notevole influenza nella nostra vallata).
Vorrei che non ci fossero né simboli, né candidati ufficiosamente appoggiati da schieramenti politici.
In caso contrario, sappiate che (tranne in casi eccezionali) non avrete amministratori, ma leccapiedi e marionette.
E soprattutto, le decisioni importanti sarebbero praticamente sempre prese previa consulto con il corrispondente capobastone e non in modo autonomo e sovrano.
Infine, la volontà dei "piani alti" sarebbe quasi ogni volta assecondata e seguita.

Io ho terminato.
Per ulteriori delucidazioni, contattatemi.

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