martedì 8 marzo 2016

Fusione: considerazioni di massima e proposta di sfida

Ormai è opinione diffusa ritenere che i singoli Comuni siano enti senza più risorse e non in grado di determinare il destino delle rispettive comunità.
Siccome prediligo ragionare sui fatti concreti, guardiamo in faccia alla realtà.
Sarà vero che il Comune di Ponte Dell'Olio non ha soldi?
Il denaro, seppur limitato, c'è e per scoprirlo è sufficiente leggere il bilancio.
Se vi dicessi che annualmente potremmo avere in cassa circa 600.000 euro in più, ci credereste?
Eppure è proprio così.
Si tratta di quelle risorse che lo Stato drena tramite il Patto di Stabilità interno (150.000 euro ca.) e il Fondo di Solidarietà comunale (450.000 euro ca.).
Quante cose si potrebbero fare con 600.000 euro?
L'addizionale IRPEF, nel nostro Comune, vale 420.000 euro: si potrebbe azzerare e, nonostante ciò, avanzeremmo comunque parecchio.
Avremmo la possibilità di sistemare molte più strade di quante non se ne riparino già ora, effettuare maggiori investimenti in opere pubbliche strategiche, riqualificare il patrimonio comunale e valorizzarlo, sostenere più efficacemente il tessuto socio-economico locale e tanto altro ancora.
Con la Legge di Stabilità 2016, al di là degli slogan e del fumo negli occhi, cambia poco per gli enti locali: non vi sono margini per parlare di svolta decisa e convinta verso una stagione di allentamento dei vincoli (semmai, si aumenta il livello di confusione amministrativa!).

Tutto questo per dirvi una semplice cosa: la fusione è una risposta sbagliata ad un problema vero.
Se i Comuni si vedono puntualmente asportare dallo Stato una fetta enorme dei propri bilanci, la risposta alla domanda "come risolviamo il problema?" non può e non deve essere "cancelliamo i Comuni", ma "cambiamo lo Stato centrale".
In che modo è possibile fare ciò?
Andando a votare alle elezioni politiche e scegliendo una classe dirigente oppositrice delle politiche di austerità finora attuate, che renda finalmente liberi i Comuni di spendere fino all'ultimo centesimo presente in cassa (magari pure con l'aggiunta di nuovi trasferimenti!).
Altrimenti, potremo fare tutte le fusioni che vogliamo (e sempre più grosse), però non risolveremmo mai il problema alla radice: i Comuni passano e l'austerità rimane.
Fino a quando non riusciremo a convincerci che le questioni macro (statali e nazionali) incidono necessariamente anche sulle questioni micro (comunali e locali), saremo in grado solo di giungere a soluzioni parziali e inefficaci nel medio e lungo periodo.
Oltretutto, siamo passati dall'essere amanti del federalismo a tifosi appassionati dell'accentramento.
Forse conviene decidere da che parte stare.
Comunque sia, ritengo che il ragionamento sulla fusione andrebbe spostato oltre il periodo di sostegno economico da parte di Stato e Regione, al fin di verificare se gli eventuali cambiamenti migliorativi siano notevoli o microscopici, oppure addirittura inesistenti o peggiorativi rispetto ad ora.
Fermo restando, logicamente, che la natura e l'entità dei contributi in entrata e delle spese di attivazione del nuovo ente devono ancora essere esaminate a fondo.
Mi prendo l'impegno di lavorarci approfonditamente in questi mesi.

Senza alcun tipo di arroganza e con la massima umiltà, vorrei rivolgere un personale invito a tutti coloro che intendono entrare nel dibattito sulla fusione, su cui do la mia più ampia disponibilità a discutere in merito: EVITIAMO IL TIFO POLITICO E NON SPOSIAMO UNA POSIZIONE O L'ALTRA A PRESCINDERE.
Io ho preso una posizione e sto cercando di argomentarla e sostenerla, portando il materiale che ritengo opportuno a verificarla.
Tuttavia, se un domani qualcuno falsificasse le mie teorie, sarei subitamente pronto ad ammettere di essermi sbagliato.
Naturalmente, perché questo avvenga è indispensabile che la smentita sia totale e non opinabile.
Concedo ai coraggiosi che tenteranno di contraddirmi di agire in deroga all'articolo 5 della Costituzione, accantonando temporaneamente i temi del decentramento, dell'autonomia e della rappresentanza democratica (dove non ci sarebbe partita!): vi sfido a dimostrare inconfutabilmente che a livello contabile, economico e finanziario sono in errore.
Ci state?

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