I giorni di mercato a Ponte Dell'Olio vedono ormai da diverso tempo la
presenza fissa di un paio di venditori d'oltremare (Mediterraneo): l'uno
di fiori e l'altro di bigiotteria varia.
Sicuramente avranno presentato regolare SCIA (segnalazione certificata
di inizio attività), pagheranno puntualmente il plateatico al Comune,
emetteranno sempre le fatture e, soprattutto, verseranno i contributi
per pagare la pensione ai nostri anziani.
Nessuno dubita di ciò, vero?
Lasciando perdere l'ironia, forse sarebbe ora di avviare un ragionamento
in merito.
Posso capire che la rosa o l'orologio spacciati da questi signori
costino alcuni spiccioli in meno che nel negozio autorizzato, ma
dobbiamo anche sapere che ogni euro destinato al settore abusivo è un
euro in più inserito in un giro di mercato nero e, fattore di ancora
maggiore importanza, è un euro in meno incassato dai nostri commercianti.
Il commercio locale, negli anni, è già stato costretto a subire la
concorrenza di tre centri di grande distribuzione, quindi direi che
dell'abusivismo può decisamente fare a meno.
Capisco anche che, visto il periodo, le persone siano portate a guardare
il prezzo più basso, però è altresì vero che il proprietario di un
qualsiasi esercizio non possa vivere solo per pagare tributi, dovendo
magari mantenere una famiglia, mangiare (mettiamo pure che segua una
dieta!) e, ogni tanto, concedersi qualche svago esattamente come
chiunque di noi.
Continuare ad abbassare i prezzi non si può, in quanto ogni prodotto o
servizio deve essere correttamente prezzato, a meno che non si voglia condurre al fallimento il "piccolo" e lasciare campo libero
solo al "grandissimo", con tutte le controindicazioni del caso (bassa
qualità dei posti di lavoro in primis).
La questione va affrontata il prima possibile, siccome vi è il serio
rischio che a Ponte Dell'Olio, nel giro di massimo una quindicina
d'anni, si perda la maggior parte delle botteghe.
Per come sono fatto, preferirei provare a chiudere la stalla prima che i
buoi scappino.
Non è detto che ci si riesca, ma tentare è d'obbligo.
Tanto per fare due conti, immaginiamo che uno dei nostri due amici abusivi, ad esempio quello dei fiori, incassi a Ponte Dell'Olio almeno 20 euro per giorno di mercato e che questo succeda per 100 giorni all'anno (arrotondiamo a 50 domeniche e 50 martedì annuali per comodità): abbiamo un ammontare di circa 2.000 euro teoricamente mancanti alla persona che, legalmente e con tutti gli oneri e rischi (d'impresa) del caso, esercita la professione di fiorista.
Assolutamente troppi.
Per iniziare, si potrebbe emettere un'ordinanza contenente due semplici punti:
a) sequestro della merce al portatore reo di esercizio abusivo di professione commerciale
b) sanzione pecuniaria per il compratore colto in flagranza (anche perché multare chi vende illegalmente, come ben sappiamo, è inutile!)
Una volta a disposizione lo strumento giuridico per intervenire, si può cominciare a contrastare questo fenomeno illecito.
Per concludere, va ricordato che l'esercizio abusivo di professione è disciplinato dall'art. 348 del Codice Penale ed è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da 103 a 516 euro.
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