domenica 17 gennaio 2016

Italicum e riforma costituzionale: Democrazia KO

Declassare il Senato a organo non elettivo, formato da 100 componenti (dotati dell'immunità parlamentare) scelti fra Sindaci e Consiglieri regionali, senza potere di concedere o revocare la fiducia al Governo e con competenze legislative marginali.
L'attuale quadro politico nazionale vedrebbe una schiacciante maggioranza di nuovi senatori appartenenti al partito propositore delle riforme in questione.

Rendere la Camera dei Deputati, unico ramo del Parlamento a concedere o revocare la fiducia all'Esecutivo, una terra di conquista del partito vincente alle elezioni, attribuendo ad esso il 55% dei 340 seggi (187).
Inoltre, i partiti e i movimenti politici avranno facoltà di nominare 100 capilista bloccati, catapultandoli direttamente in Aula: si arriverà ad avere una Camera composta per i 2/3 da Deputati nominati dalle segreterie.

Questo combinato pericolosissimo fra legge elettorale e riforma costituzionale mina seriamente tutti i contrappesi democratici al potere politico.

Il partito che vincerà le elezioni, il quale rappresenterà una piccola minoranza del popolo italiano, potrà:
1) controllare il Parlamento, che a sua volta nominerà 1/3 del Consiglio Superiore della Magistratura, 1/3 dei giudici della Corte Costituzionale e la maggioranza del consiglio di amministrazione della RAI.
2) formare un Governo monocolore, espressione della maggioranza parlamentare e dotato di poteri enormi, il quale nominerà l'amministratore delegato della RAI
3) nominare il Presidente della Repubblica, che a sua volta presiederà il CSM e nominerà 1/3 della Corte Costituzionale

Sommando tutte le componenti, avremo:
- un Parlamento e un Governo posseduti da un singolo partito
- un Consiglio Superiore della Magistratura composto per 1/3 da persone di fiducia del partito di maggioranza parlamentare e con a capo il Presidente della Repubblica nominato sempre da quel partito
- una Corte Costituzionale composta per i 2/3 da persone di fiducia del partito di maggioranza parlamentare, di cui la metà nominate direttamente dal partito stesso, mentre l'altra metà nominate per tramite del Presidente della Repubblica, a sua volta nominato dal partito medesimo.
- una televisione statale totalmente in mano al partito di Governo

Tradotto:
- un Parlamento ridotto a "passacarte" del Governo
- un Presidente della Repubblica succube del partito di maggioranza
- un CSM usato strumentalmente per punire giudici e magistrati scomodi
- una Corte Costituzionale non più garante della costituzionalità delle leggi emanate
- una RAI utilizzata a fini propagandistici per beatificare il Presidente del Consiglio dei Ministri, eliminare le opposizioni e corrompere l'opinione pubblica

Siamo dinanzi a una svolta autoritaria che cancellerà la costruzione Repubblicana dei Padri Costituenti, esponendoci a una svolta autoritaria di gravità assoluta.
Una dittatura mascherata da democrazia.

Nello scritto "Centralità delle assemblee e sistema proporzionale" avevamo discusso di questo tema e approfondito il quadro costituzionale alla sua base.

Intervista - Stefano Rodotà   Interviste - Alessandro Pace e Lorenza Carlassare

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