2016 anno referendario, con tre consultazioni popolari che ci chiameranno alle urne: Trivelle, Riforma costituzionale e Fusione dei Comuni di Ponte Dell'Olio e Vigolzone.
Restando in ambito locale, vorrei comunicare pubblicamente la mia decisione in merito: voterò NO al referendum consultivo per la fusione comunale.
Non riesco a pensare di rinunciare all'ente statale più rappresentativo del territorio, allontanandolo dai cittadini.
Non avere più un Sindaco e degli amministratori che siano espressione esclusiva della comunità pontolliese va contro la mia concezione di Comune, oltre che ai principi costituzionali del decentramento e dell'autonomia locale.
Inoltre, non ritengo che fondersi sia questione di vita o di morte: ogni Comune ha risorse limitate e il buon amministratore è colui capace di gestirle in maniera logica e lungimirante.
Il nostro bilancio comunale è solido e non ha problemi di sostenibilità.
Ogni servizio è erogato e ogni impegno pagato.
Il debito residuo, con le dovute politiche finanziarie, può essere condotto all'azzeramento entro non più di 7-8 anni (2023/2024), il che aprirebbe le porte a una nuova stagione di investimenti: di piccola entità, funzionali al paese e con un ritorno economico.
Non è possibile pretendere di avere tutto subito, ma serve essere chiari e parlare di programmi pluriennali.
Tra dieci anni potremmo essere un paese all'avanguardia, con un impianto di illuminazione pubblica tecnologico ed efficiente, un palazzetto finito e nel pieno delle sue funzioni, una piscina comunale moderna, edifici pubblici energeticamente e termicamente virtuosi, piste ciclabili fotovoltaiche, mensa scolastica a "chilometro zero" e altro ancora.
Amministrare è una responsabilità importante, non va negato.
Proprio per questo bisogna avere il coraggio di dire la verità alle persone, senza facili promesse o roboanti aspettative.
In tutto ciò, di un fatto sono certo: Ponte Dell'Olio e i pontolliesi possono farcela da soli.
Oltretutto, mi si consenta di affermarlo, non è mia intenzione concedere rampe di lancio ad aspiranti carrieristi o a uomini di partito ambiziosi.
Ho la vaga impressione che dietro questa fusione, al di là di quanto pubblicamente emerso, si nasconda la volontà di qualcuno di speculare politicamente per guadagnare fama e consenso.
Non chiedetemi nomi e cognomi, perché non li saprei dire (proprio non li so!), siccome si tratta esclusivamente di sensazioni personali.
Ovviamente, tanto denaro equivale alla possibilità di realizzare molte cose nel giro di un solo mandato (elettore soddisfatto, elettore conquistato, no?!).
Pertanto, l'eventuale nuovo ente rappresenterebbe un boccone decisamente succulento per chi ha traguardi importanti, magari in ambito regionale o nazionale.
Il paese, però, necessita di amministratori con la A maiuscola, non di politici di professione o similari.
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