sabato 30 dicembre 2017

Viabilità: un nuovo modello gestionale (?)

La gestione della viabilità e delle infrastrutture stradali è la più percettibile delle attività svolte dalle amministrazioni comunali, tanto quando risulta efficacie e precisa così come nel momento in cui non lo è.

Lo svolgimento della funzione da parte del Comune avviene con una divisione dei programmi e dei subordinati capitoli appartenenti alla relativa missione di spesa, a seconda della fattispecie di bene o servizio richiesto/necessario.
Tra le varie uscite della parte di bilancio in esame si trovano, ad esempio, le spese relative agli emolumenti versati al personale dipendente, alla fornitura del bitume, all'acquisto della cartellonistica, al rifacimento della segnaletica orizzontale, alla posa del tappeto d'usura (asfalto), ecc.
L'ente effettua di volta in volta, per ciascuna di queste spese, la procedura di prenotazione degli importi e di successiva aggiudicazione per affidamento diretto o tramite gara ad evidenza pubblica.
Al crescere del valore di acquisto dei beni e servizi aumentano vincoli e tempi burocratici per il soddisfacimento dello stato di bisogno.
Gli uffici, stante la numerosità dei procedimenti da avviare e concludere, dedicano larga parte del proprio tempo lavorativo al loro assolvimento.
Spesso e volentieri, risulta inoltre difficoltoso risolvere nell'immediato una determinata problematica, anche se di piccola entità (tipo la riparazione della buca originata dalla rottura del manto stradale).

L'evoluzione della governance delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, seppur con passo assai lento, sta piano piano portando alla luce nuovi modelli di gestione amministrativa, rompendo in parte il granitico dogma del "s'è sempre fatto così, quindi continuerà a funzionare uguale".
In linea astratta, gli obiettivi prefissati da chi amministra devono essere un superiore grado di efficienza dell'azione e un maggiore livello di economicità.
Oggigiorno, nell'ambito di cui si sta trattando, la soluzione potrebbe essere trovata con il ricorso al mercato, mediante la procedura di esternalizzazione di cui al comma 1, art. 29 della Legge 448/2001 (Legge finanziaria 2002).
In particolare, mi sto riferendo a quella che in gergo tecnico si chiama "gestione integrata": un solo ed unico contratto da stipulare con una impresa singola o un consorzio di imprese, al cui interno sono ricomprese tutte le funzioni in capo al Comune nella specifica materia di competenza.
Niente più tante e diversificate voci di spesa, dato che il corrispettivo finanziario (sotto forma di canone) assorbirebbe l'intera missione.
Niente più tante e diversificate procedure di scelta del contraente privato, ma una sola gara ad evidenza pubblica da indire ogni n annualità.
Infine, ultima e fondamentale questione, intestazione al soggetto committente (cioè il Comune) dell'esclusiva funzione di controllo e supervisione del corretto assolvimento degli obblighi contrattuali.
I risultati che si potrebbero ottenere spaziano dalla velocizzazione del lavoro negli uffici (eseguibile anche con meno dipendenti) al miglioramento della qualità delle infrastrutture viabilistiche (intesa in senso largo).
Si pensi, ad esempio, all'opportunità di costituire un "pronto intervento" attivo 24 ore al giorno per i disagi più disparati (come la solita buca nell'asfalto citata in precedenza), oppure alla riduzione dei tempi di progettazione ed esecuzione degli interventi più corposi, così come alla profonda responsabilizzazione del concessionario privato verso la comunità cui presta servizio.
Per quanto riguarda l'aspetto economico, a mio modo di vedere, ci si dovrebbe attendere un'ottimizzazione dei costi: più "valore aggiunto" a invariato livello di risorse impiegate.

Un'illustrazione approfondita della proposta in discussione si può consultare al seguente indirizzo: Link

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